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Gestire l’utilizzo dei Dispositivi Elettronici nei Bambini 

Gestire l’utilizzo dei Dispositivi Elettronici nei Bambini 

Autore: Dott.ssa Giada Lauretti


Capricci, ribellioni, bugie: la sfida quotidiana di educare i bambini si presenta con diverse sfaccettature. Tuttavia, è fondamentale discernere quando tali comportamenti nascondono qualcosa di più serio. 

A volte, il bambino si oppone quando deve riconsegnare il cellulare, il tablet o la console e contesta la regola. Potrebbe trattarsi di un capriccio o di un comportamento oppositivo e, probabilmente, si auto-limiterà se si mantiene la coerenza normativa. 

Quando il rifiuto di restituire il cellulare o la console diventa una vera e propria battaglia, potrebbe essere più di un semplice capriccio.

 

I segnali di dipendenza dalla tecnologia del bambino sono:

– eccessiva oppositivitá;
– tentativi ripetuti di riappropriarsi del device, che possono essere accompagnati da modi gentili o persuasivi, pretese violente, promesse sul rispetto dei limiti;
– bugie sul suo utilizzo o sul suo spegnimento.

Possiamo parlare di vere e proprie crisi di astinenza, se il bambino:

– riaccende il dispositivo ignorando il divieto;
– quando il genitore nasconde il device, lo cerca strenuamente;
– sottrae il dispositivo dalle mani dell’adulto;
– diventa aggressivo in modo irriconoscibile;
– piange disperatamente e a lungo, diversamente dal solito;
– trova il dispositivo, lo utilizza di nascosto e si calma immediatamente.

La crisi di astinenza non riguarda soltanto aspetti comportamentali, ma anche neurobiologici, che implicano le azioni di una sostanza prodotta a livello del sistema nervoso: la dopamina. La dopamina fa parte del circuito cerebrale della ricompensa, che abbina la sensazione di piacere e appagamento a tutti quei comportamenti che sono utili a soddisfare i bisogni, come la fame e la sete. Grazie a questa gratifica, i comportamenti necessari alla sopravvivenza vengono reiterati.

Le attività che forniscono piacere immediato come molti videogiochi di oggi, però, implementano gli effetti del circuito della dopamina. Il sistema della ricompensa porta, così, ad una continua e spasmodica ricerca delle sensazioni di benessere sperimentate. Se questa ricerca non viene assecondata, si sviluppano i sintomi da astinenza. Il cervello dei bambini è molto sensibile alla dopamina e, se questo circuito viene sollecitato troppo durante i primi anni di vita, si ipersensibilizza ed è più facile sviluppare comportamenti dipendenti negli anni successivi.

Quando si arriva alla dipendenza e alla manifestazione delle crisi d’astinenza, sospendere temporaneamente l’uso dei dispositivi può essere l’unica soluzione, almeno finché il bambino non sembrerà più così interessato al loro utilizzo. Resistere alle proteste del bambino è difficile, ma necessario per il suo benessere; non si può parlare di punizione, ma di protezione. 

Le attività che aiutano a superare questi momenti sono quelle che stimolano la dopamina in modo più fisiologico, che generano l’entusiasmo della ricerca e della scoperta (come accade per esempio nella caccia al tesoro) oppure le attività all’aperto in piena libertà di movimento.

Ecco alcuni consigli per prevenire simili dinamiche e promuovere un utilizzo equilibrato della tecnologia con i bambini:

– Accesso: smartphone, tablet e console, non possono essere messi a libera disposizione dei bambini. È necessario che chiedano sempre agli adulti il permesso di utilizzarli. 

– Limiti: vanno definiti e monitorati i giorni e i tempi di utilizzo, da non più di mezz’ora al giorno per i bambini di 5-6 anni, a non più di 1 ora e mezzo per i dodicenni (e non è obbligatorio farne uso tutti i giorni!). È importante, però, osservare le reazioni del singolo bambino, poiché potrebbe essere necessario ridurre ulteriormente indipendentemente dall’età. La tecnologia oggi offre un’esperienza immersiva in cui tutto va oltre ogni limite, per cui è impossibile stancarsi di giocare. Questo aumenta il grado di coinvolgimento dei bambini, che potrebbero avere difficoltà di regolazione emotiva, frustrarsi per un obiettivo non raggiunto, piangere o arrabbiarsi molto o dare in escandescenza per la gioia di una vittoria. 

– Esperienza: i bambini fanno esperienza del mondo soprattutto attraverso il corpo. Questo è tanto più vero quanto più sono piccoli. I dispositivi elettronici sviluppano alcune competenze cognitive, ma costringono anche i bambini all’immobilità fisica e ad un’attività soltanto mentale mentre producono adrenalina. Vengono deprivati, da una parte, di tutte le esperienze sensoriali e motorie di cui il loro giovane cervello si nutre per apprendere, dall’altra sprigionano una considerevole quantità di energia in movimento nel momento in cui smettono. 

– Tipologia: i bambini di oggi sono molto precoci a livello cognitivo, ma ci sono dei tempi tecnici prestabiliti per la maturazione emotiva e psicologica, che non va di pari passo con la precocità delle conoscenze. Molti videogiochi che i bambini utilizzano sono sconsigliati sotto i 12 anni e hanno dei meccanismi che predispongono al gioco d’azzardo, mantengono l’aggancio con la promessa di premi virtuali a sorpresa, che attivano il meccanismo di ricompensa della dopamina.

– Funzione: la funzione dei videogiochi è lo svago e non è la regolazione delle emozioni negative, quindi non vanno concessi per aiutare il bambino a raggiungere lo stato di calma. Le emozioni sgradevoli si affrontano con il conforto di un adulto di fiducia. Il rischio è che, anzichè ricorrere alla richiesta d’aiuto, il piccolo impari ad usare la tecnologia come sostituto affettivo per uscire da stati emotivi sgradevoli: questo comportamento predispone alle dipendenze. 

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