Insegnanti ed Educatori

L’esperienza del bambino che incontra figure di riferimento in grado di accogliere e leggere i comportamenti e le emozioni può modificare completamente le sue credenze disfunzionali.

La relazione affettiva ed educativa può contribuire a creare più esperienze emozionali correttive in grado di aiutare i bambini e i ragazzi a sentirsi al sicuro cambiando la traiettoria drammatica conseguente alle esperienze negative permettendogli di navigare verso porti più sicuri.

L’incontro con il “maestro” al di la dei percorsi di apprendimento è e deve diventare un incontro di valore. I bambini e i ragazzi devono potersi sentire accompagnati nella vita dagli insegnamenti didattici ma anche essere visti come persone che arrivano ai banchi di scuola con una “cartella” piena di quaderni scritti dalla loro storia di vita.

Accogliere nella classe significa anche vedere ciascuno studente come una persona con le sue memorie e le sue risorse. Ci sono momenti nella vita della classe che possono essere gestiti con raffinatezza e competenza.

Gli studenti imparano, leggono, scrivono e poi anche perdono persone care, soffrono le separazioni dei loro genitori, sono spettatori silenziosi di grandi e piccoli eventi. E mostrano il loro dolore in modi diversi: spesso a scuola si distraggono, hanno la testa altrove, a volte diventano insofferenti, disturbano e rispondono male.

Non dobbiamo necessariamente essere psicologi per intercettare cosa si nasconde dietro una difficoltà di apprendimento. Solleviamo i ragazzi dalla vergogna dal sentirsi diversi, meno bravi inferiori.

Abolendo la ridicolizzazione e facilitando la solidarietà potremo favorire la cooperazione, il senso di essere una squadra che corre verso la stessa “porta” per fare goal insieme. È importante che gli insegnanti sappiano come gestire i momenti critici nell’età dello sviluppo senza sottovalutare né sopravvalutare l’impatto di alcune esperienze sul rendimento scolastico dei piccoli allievi.

L’obiettivo è parlare con gli insegnanti delle difficoltà nella gestione dei lutti, del bullismo, dei percorsi scolastici di bambini con bisogni speciali, ma anche provare a trovare insieme le risposte comuni alle domande degli insegnanti che spesso vengono lasciati soli in situazioni molto delicate e che possono cosi liberarsi da quello scomodo ospite che ci fa chiedere “com’è possibile che non ci siamo accorti”.

“Il vero libro di testo dell’allievo è il maestro”