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Spiegare la Salute Mentale ai Bambini: un approccio sensibile e realistico

Spiegare la Salute Mentale ai Bambini

Spiegare la Salute Mentale ai Bambini: un approccio sensibile e realistico

La salute mentale è un elemento essenziale del benessere complessivo di una persona che influisce sul modo di pensare, sentire, agire, relazionarsi. Tuttavia, spesso si tende a non parlare di salute mentale con i bambini. Ciò può accadere per diverse ragioni tra cui: la disinformazione, la difficoltà di spiegare concetti complessi, la possibile presenza di stereotipi, la paura che i bambini possano non essere in grado di comprendere appieno o che possano esserne turbati.

Le difficoltà mentali, a differenza di quelle fisiche, vengono spesso percepite come una “responsabilità” della persona che le sta vivendo, il che può generare uno stigma significativo. Questo stigma può portare a vissuti di colpa, soprattutto quando le problematiche riguardano i bambini o le persone a loro vicine. Per esempio, un bambino potrebbe pensare: “Se mamma e papà credono che quella persona sia depressa e ne parlano sottovoce, allora se io gli dico che sono triste, penseranno che c’è qualcosa di sbagliato in me”.

Nel caso poi di malattie mentali di un componente della famiglia, spesso si associa un’altra emozione: la vergogna.

Una comunicazione sincera con i propri figli è un ottimo modo per ridurre questo stigma. Iniziare una conversazione del genere può essere complesso per un adulto, ma potrebbe portare diversi vantaggi nel percorso di crescita di un bambino, aiutandolo a:

  • comprendere tante situazioni spesso indecifrabili o innominabili;
  • comprendere che spesso dietro una difficoltà oggettiva si nascondono emozioni profonde;
  • riconoscere i propri segnali di malessere, imparare a gestirli e chiedere aiuto se e quando necessario;
  • sensibilizzarsi verso le difficoltà altrui.

Uno studio di Serra e colleghi (2013) ha rilevato che gli studenti delle scuole superiori italiane con una buona conoscenza dei disturbi mentali tendevano a essere più disponibili ad aiutare chi ne soffre e ad avere atteggiamenti positivi verso le persone con disturbi psicotici. Da qui possiamo dedurre quanto una maggiore consapevolezza sulla salute mentale sia associata a minore stigma e distanza sociale. 

Come possiamo allora spiegare un concetto così complesso ai bambini senza suscitare in loro paure, confusione, incomprensione? Vediamo insieme alcuni punti essenziali.

Comprendere la Capacità Cognitiva dei Bambini

I bambini, a seconda della loro età, possiedono diverse capacità cognitive che influenzano la loro comprensione del concetto di salute mentale. Per esempio, i bambini molto piccoli (3-5 anni) non hanno ancora una comprensione astratta delle emozioni, mentre i bambini più grandi (6-12 anni) possono iniziare a riconoscere e classificare emozioni complesse, come l’ansia, la tristezza o l’angoscia.

Suggerimenti per un approccio adeguato all’età:

  • Per i bambini più piccoli (3-6 anni): Utilizzare storie semplici con personaggi che affrontano emozioni diverse. Parole come “essere triste” “avere paura” “essere arrabbiato” sono comprensibili per i più piccoli. L’ uso di esempi tratti dalla vita quotidiana aiuta i bambini a riconoscere queste emozioni in sé stessi. 

Particolarmente utili si rivelano gli albi illustrati grazie al potere evocativo delle immagini.

  • Per i bambini più grandi (7-12 anni): Usare metafore concrete, come spiegare la mente come una macchina che può avere problemi che necessitano di “riparazione”, proprio come il corpo. I bambini sono in genere molto affascinati dalla conoscenza del funzionamento del cervello e la psicoeducazione in tal senso può rivelarsi molto utile.

Normalizzare le emozioni, nessuna esclusa!

Daniel Goleman, con la sua teoria dell’intelligenza emotiva, sottolinea l’importanza di riconoscere e regolare le proprie emozioni, incluse quelle negative, per un benessere psicologico ottimale. Allo stesso modo John Gottman, sostiene l’importanza di validare tutte le emozioni dei bambini, negative comprese, per aiutarli a sviluppare una sana gestione emotiva.

Ignorare o reprimere le emozioni negative può portare a una difficoltà nell’elaborazione emotiva e a problemi nella gestione dello stress, dell’ansia e della frustrazione. Al contrario, normalizzare anche le emozioni negative può ridurre lo stigma che potrebbe svilupparsi in età adulta verso il “sentirsi giù” o “avere paura”. 

Promuovere l’alfabetizzazione alla salute mentale

Sin da piccoli, i bambini devono comprendere che prendersi cura della propria mente è un processo continuo, proprio come prendersi cura del corpo.

Così come si insegna ai bambini a mangiare correttamente, a fare attività fisica o a dormire bene, è altrettanto importante che imparino a riconoscere e gestire le proprie emozioni, a parlare dei propri sentimenti e a cercare supporto quando ne hanno bisogno.

È possibile per esempio spiegare ai bambini che alcune attività fisiche permettono il rilascio di endorfine, gli ormoni che regolano e migliorano l’umore. O ancora insegnare ai bambini alcune tecniche di rilassamento per renderli più capaci di gestire situazioni stressanti.

In definitiva, spiegare la salute mentale ai bambini non significa solo fornire informazioni, ma anche creare un ambiente emotivamente sicuro in cui i bambini possano esplorare, comprendere le proprie emozioni, e gestire le difficoltà per esempio chiedendo supporto.

Tutto questo in una logica di prevenzione dello stigma che spesso circonda i problemi psicologici.

Francesca De Lorenzo

BIBLIOGRAFIA

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