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Nuove prospettive sull’ADHD: il sottile confine tra neurodivergenza e esperienze traumatiche
17 Novembre 2023 - 9:00 pm - 10:00 pm
GratuitoIl percorso che devono affrontare i genitori e gli insegnanti di bambini e ragazzi con ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è complesso e articolato.
Il cammino verso la diagnosi richiede un’analisi attenta e molta pazienza e può costituire un’esperienza emotivamente intensa. È fondamentale, tuttavia, ricordare che l’ADHD non definisce il valore di una persona e alcune sue caratteristiche possono essere risorse uniche da coltivare.
ggi, infatti, quando si parla di ADHD, al termine “disturbo” si sostituisce il termine di “neurodivergenza”: un modo di percepire la realtà e di approcciarsi ad essa qualitativamente diverso da quello che rappresenta la norma. I bambini e gli adolescenti con ADHD spesso possiedono capacità creative, un pensiero fuori dagli schemi e un’attitudine positiva verso la vita.
Se, da una parte, è vero che chi ha l’ADHD registra simultaneamente le informazioni senza selezionarle, risultando disorientato e faticando a completare un’attività, dall’altra parte è altrettanto vero che la sua attenzione può raggiungere livelli straordinariamente elevati (hyperfocus) e portare a risultati eccellenti in un ambito di interesse. La sfida è imparare a gestire la mole di input per mantenere un focus attentivo flessibile su attività orientate a uno scopo.
Anche la sensibilità agli stimoli sensoriali (uditivi, visivi, olfattivi) può essere elevata. Questo può essere disturbante e influenzare l’inserimento in alcuni contesti, ma in molti casi diventa un canale di apprendimento da sviluppare.
La percezione dello scorrere del tempo è alterata, per cui tutto ciò che riguarda l’organizzazione delle attività in funzione di un obiettivo ne risente. È difficile organizzare, pianificare ed essere puntuali, ma questo comporta anche una velocità di pensiero e di azione.
Un adeguato supporto tramite strategie educative personalizzate può aiutare il bambino ad affrontare le difficoltà specifiche e a sviluppare abilità e talenti unici.
Altra riflessione importante merita il discorso della diagnosi. I sintomi di disattenzione e iperattività possono essere clinicamente indistinguibili dai sintomi post-traumatici. La storia del bambino o del ragazzo e della sua famiglia ha un ruolo centrale nella comprensione dei suoi comportamenti.
Gli eventi traumatici lasciano una traccia nel cervello in via di sviluppo e instaurano uno stato interiore di allarme, che si ripercuote sulla capacità di concentrarsi e si esprime con un’irrequietezza a livello motorio. Riconoscere questa sfumatura è essenziale per garantire il giusto approccio e un efficace intervento.
Obiettivi di questo webinar
- cambiare la prospettiva sull’ADHD, aprendo una via di conoscenza sulle potenzialità di questo percorso di sviluppo;
- evidenziare l’impatto delle esperienze traumatiche sul cervello in via di maturazione.