Albi Diversità ed Inclusione
Il 2 aprile ricorre ogni anno la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo e in un primo momento avevo pensato di scrivere un articolo per recensire albi illustrati sul tema dell’autismo. Pensandoci, però, mi sono detta che quando si parla di autismo conta soprattutto una cosa: lavorare sulla comprensione al fine di garantire una VERA inclusione.
Meglio ancora, poiché “inclusione” prevede qualcuno (in posizione privilegiata) che include in un recinto dorato persone che fino a quel momento ne erano escluse, vorrei parlare di CONVIVENZA TRA DIFFERENZE. Non è forse questo che sono le neurodivergenze di cui l’autismo fa parte? Una delle tante differenze, diversità e pluralità di funzionamento del cervello umano?
Ecco, allora, gli albi che ho deciso di presentarvi in questo articolo in cui parleremo a 360° di diversità e accoglienza:
● PICCOLO BLU E PICCOLO GIALLO, Leo Lionni, 1959
● GLI SMEI E GLI SMUFI, Julia Donaldson, Edizioni EL, 2019
● ELMER, David McKee, 1968
● LA COSA PIÙ IMPORTANTE, Antonella Abbatiello, Fatatrac, 1998
● MI PIACI (QUASI SEMPRE), Anna Llenas, Gribaudo, 2016
I primi due albi di questo elenco si possono definire albi “gemelli”; seppur scritti in epoche diverse e con personaggi diversi, hanno un cuore comune.
Approdato in Italia nel lontanissimo 1975, “Piccolo blu e piccolo giallo” di Leo Lionni risale in realtà al 1959. Sconvolgente, se pensiamo a quanto sia attuale e amatissimo ancora oggi. La particolarità di questo albo è sicuramente la rappresentazione dei personaggi, macchie di colori diversi senza volto né corpo.
Piccolo blu e piccolo giallo sono migliori amici. Giocano insieme, vanno a scuola insieme, abitano vicini e sono inseparabili. Talmente inseparabili che in un lungo abbraccio diventano… piccolo verde!
Questo albo illustrato parla di amicizia, di differenze, di inclusione. I genitori dei due bambini non riconoscono il “diverso”, non riescono ad andare oltre il proprio colore. Saranno i due bambini, in un ribaltamento dei ruoli educativi, a insegnare ai genitori che il colore non conta nulla, contano le emozioni, i valori, l’affetto. Qualcosa di simile accade in “Gli Smei e gli Smufi”, ennesima creazione geniale nata dal sodalizio tra Julia Donaldson e Axel Scheffler, creatori del celeberrimo Gruffalò.
C’è da dire che la trama non ha nulla di originale perché si tratta di una moderna rivisitazione di “Romeo e Giulietta” in chiave aliena, dove a innamorarsi e fuggire lontano dalle famiglie rivali sono una Smea di nome Greta e uno Smufo di nome Dante.
A rendere speciale e in qualche modo nuova questa storia ci pensa la penna di Donaldson che con la sua scrittura in rima riesce sempre a catturare l’attenzione dei bambini e anche dei genitori. Le illustrazioni di Scheffler completano l’opera e vanno a posizionarsi nel solco dell’albo di Lionni: il tema dei colori è preponderante anche qui e aiuta a far penetrare il messaggio.
Al contrario di quanto accade in “Romeo e Giulietta” o in “Piccolo blu e piccolo giallo”, in questa storia Smei e Smufi decidono di collaborare per ritrovare Greta e Dante, imparando ad apprezzare tradizioni e abitudini della “fazione avversaria”. Un libro che celebra l’amore, l’amicizia, l’inclusione, le differenze e l’arricchimento che deriva dall’accettazione dell’altro.
Anche “Elmer” è un albo che parla di diversità e inclusione ma lo fa cambiando punto di vista. In questo caso non solo gli altri a vedere qualcosa di diverso in Elmer, è lui a sentirsi fuori posto. Il percorso verso il riconoscimento delle differenze (e la loro valorizzazione) passa attraverso il protagonista della storia. Elmer era già amato e apprezzato da tutto il suo branco ma aveva bisogno di imparare ad amarsi per primo, esattamente com’era.
Elmer è un elefante ma a differenza degli altri componenti del suo branco non è “color elefante”, è variopinto. Nessuno ci fa caso, tutti lo riconoscono e lo apprezzano soprattutto per la sua simpatia ma a Elmer piacerebbe passare un po’ più inosservato. Così, un giorno decide di cambiare colore e di mescolarsi al branco. Ma essere uguale a tutti gli altri è davvero garanzia di felicità? Pubblicato in Italia nel 1990, “Elmer” è presto diventato un classico della letteratura per l’infanzia, amato da milioni di bambini in tutto il mondo.
E se nella savana Elmer ha le sue fatiche, anche nel bosco è in corso una discussione animata: ogni animale sostiene che la sua caratteristica di spicco (le orecchie del coniglio, gli aculei del riccio, la proboscide dell’elefante…) sia quella più importante da avere. E quindi, si troverà un accordo? Quale sarà “la cosa più importante”? Ma soprattutto, la cosa più importante in base a quale criterio?
Sulla scia di “Elmer”, “La cosa più importante” insegna ai bambini che non ha nessun senso emulare gli altri perdendo se stessi e sottolinea l’importanza di trovare una propria dimensione.
Tutti gli albi trattati fin qui sono perfetti per bambini piccolissimi, già a partire dai 2 anni di età ma questo non significa che siano poco piacevoli o interessanti anche alla primaria, anzi! Per bambini sicuramente più grandi è invece pensato “Mi piaci (quasi sempre)”, della mia amatissima Anna Llenas (autrice cui ho già dedicato un lungo articolo).
I due protagonisti di questo pop-up, Lolo e Rita, si conoscono da sempre e hanno tante differenze. A volte queste differenze piacciono a entrambi e sono anzi il motivo primario della loro attrazione mentre altre volte essere così diversi li porta ad allontanarsi.
“Mi piaci (quasi sempre)” insegna ai bambini l’equilibrio, il bilanciamento, la possibilità di amare qualcuno persino in quei momenti in cui certe sue caratteristiche o modi di fare proprio non ci vanno a genio.
E voi avete mai letto uno (o più) di questi albi? Qual è il vostro preferito?